Provenienza
Bibliografia
Panconi T., Telemaco Signorini, Catalogo generale ragionato, Pistoia, Museo Archives Giovanni Boldini Macchiaioli, 2019, p. 632, n. cat. 542
Cazzullo M., La scuola toscana dei Macchiaioli, Firenze, Cya Editore, 1947, p.126 cit.
Pischel G. – G., Pittura europea dell’Ottocento, Milano, Garzanti, 1945, p. 380
Ojetti U., La pittura italiana dell’Ottocento, Milano – Roma, Casa editrice Bestetti e Tumminelli, 1929, p. 215 ill.
XVI Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia. Catalogo, Venezia, 1928, p. 52, n. cat. 236
Esposizioni:
“XVI Esposizione Internazionale d’Arte”, Venezia, 1928
Commento
FIRMA in basso a destra “T. Signorini”
RETRO etichette cartacee:
“XXIV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, 1948 – n. 1256. Proprietario: Comm. Poletti”
“XVI Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, 1928. Proprietario: Comm. Poletti”
Descrizione
L’opera, realizzata tra il 1883 e il 1886, è uno dei capolavori macchiaioli di Telemaco Signorini.
Il dipinto ritrae una stretta via del borgo toscano di Piancastagnaio, immersa in un gioco di luci e ombre dai toni intensi e contrastanti. I piccoli paesi arroccati sulle colline, silenziosi e immersi nella loro vita semplice, esercitano su Signorini un fascino particolare, il quale riesce a catturarne la ruvidità delle superfici e l’atmosfera vibrante. Durante il suo soggiorno a Piancastagnaio, nei primi anni Ottanta del 1800, Signorini si dedica con particolare attenzione allo studio dei toni in penombra, analizzando con pazienza ogni dettaglio e caratterizzando l’ambiente con una precisa sensibilità cromatica.
L’opera rimase per molti anni nella collezione Poletti, il quale ne riconobbe sin da subito il valore e contribuì a farla esporre già alla Biennale di Venezia del 1928.